🧨 "Altro che pensione: lavoreremo fino a 75 anni (se ci va bene)"

 


Il grande inganno del sistema previdenziale italiano smascherato Hai ancora fiducia nel sistema pensionistico? Male. Se hai meno di 50 anni oggi, le probabilità che tu possa mai andare realmente in pensione si assottigliano ogni giorno di più. Una verità scomoda, che nessuno vuole ammettere: la pensione per i giovani lavoratori potrebbe diventare un miraggio. E no, non è catastrofismo. Sono numeri.


Secondo l’ultimo rapporto INPS (2024), per chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il 1996 – cioè con il sistema contributivo puro – l’età reale di pensionamento potrebbe superare i 70 anni. E attenzione: solo se si riescono ad accumulare almeno 20 anni di contributi (cosa tutt'altro che garantita per chi lavora a intermittenza, a partita IVA o in nero). Nel 2025, l’età media per accedere alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, ma il meccanismo dell’aspettativa di vita la farà salire progressivamente. Entro il 2040, si stima che possa arrivare a 70 o 71 anni. E ancora peggio: per i nati dal 1990 in poi, le proiezioni dicono 74 o 75 anni.


Il precariato ha ucciso il diritto alla pensione. Negli ultimi 20 anni, il mercato del lavoro è stato trasformato in una giungla di stage, contratti a termine, freelance senza tutele e “lavoretti” da gig economy. Eppure il sistema pensionistico richiede continuità contributiva. Ma se il lavoro non è continuo... la pensione salta. E allora, diciamocelo chiaramente: la pensione, per i giovani, non è più un diritto. È una scommessa.


Mentre si parla di riforme, flessibilità e "prepensionamenti", la realtà è che i conti non tornano. Nel 2023 l’INPS ha registrato un passivo tecnico di oltre 10 miliardi di euro. E con il crollo demografico in corso – l’Italia perde quasi 200.000 abitanti all’anno – il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è sempre più insostenibile. Nel 1980, c’erano 4 lavoratori per ogni pensionato. Oggi? Appena 1,4. Nel 2050 si prevede 1 a 1. Un disastro annunciato.


E allora, cosa ci resta? Continuare a lavorare finché non crolliamo sulla scrivania? Sperare in una pensione minima da fame? Versare contributi per 50 anni per poi ricevere 600 euro al mese? Qualcuno dovrà pur dirlo: il sistema è rotto. E se non cambia subito, i giovani di oggi – i 30-40enni – rischiano di non vedere mai un euro di pensione.


Il sistema pensionistico italiano è insostenibile, vecchio e inadeguato alla realtà dei lavoratori di oggi. Chi ha 30 o 40 anni oggi deve iniziare a pensare ad alternative serie: previdenza integrativa, investimenti privati, cambio di modello lavorativo. Oppure accettare l’idea che la pensione non ci sarà.

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