Un Oggetto Mai Visto Prima Sta Entrando nel Sistema Solare: Nessuno Sa da Dove Viene Davvero

 

L’oggetto 3I/ATLAS, designato anche come C/2025 N1 (ATLAS), è il terzo oggetto interstellare mai identificato in transito nel nostro sistema solare, dopo 1I/ʻOumuamua e 2I/Borisov. Scoperto il 1° luglio 2025 dal sistema di sorveglianza ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) alle Hawaii, con osservazioni retroattive risalenti al 14 giugno 2025, 3I/ATLAS ha rapidamente attirato l’interesse della comunità astronomica globale per le sue caratteristiche orbitali e fisiche eccezionali. La traiettoria dell’oggetto è altamente iperbolica, con un’eccentricità di circa 6.15, valore che esclude in modo inequivocabile qualsiasi legame gravitazionale con il Sole e conferma la sua origine extrasolare. La sua velocità di ingresso nel sistema solare era di circa 60 km/s, superiore alla velocità di fuga solare e coerente con un’origine interstellare. Le prime analisi della sua orbita suggeriscono che provenga dalla direzione della costellazione del Delfino, probabilmente proveniente dal disco spesso della Via Lattea, una regione galattica più antica e dinamicamente caotica rispetto al disco sottile dove si trova il nostro Sole. Le stime attuali indicano che 3I/ATLAS ha un diametro compreso tra 0,8 e 24 chilometri, con valori più probabili tra 4 e 6 chilometri. È quindi considerevolmente più grande dei suoi predecessori interstellari, rendendolo il più grande e luminoso oggetto di questo tipo mai osservato fino ad oggi. La sua magnitudine apparente ha permesso una buona visibilità anche da parte di telescopi amatoriali avanzati, soprattutto nel periodo tra luglio e ottobre 2025. Le osservazioni ottenute con il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO e altri strumenti terrestri hanno evidenziato la presenza di una tenue chioma e una breve coda, caratteristiche tipiche di una cometa attiva. Questo comportamento suggerisce che 3I/ATLAS possiede materiali volatili sulla sua superficie, che sublimano a contatto con la radiazione solare, rilasciando polveri e gas. È il primo oggetto interstellare che mostra chiaramente queste caratteristiche cometarie già a distanze considerevoli dal Sole, rendendolo una finestra eccezionale sulla composizione chimica dei corpi formatisi intorno ad altre stelle. Il suo perielio, cioè il punto di massimo avvicinamento al Sole, è previsto per il 29 ottobre 2025, a una distanza di circa 1,357 unità astronomiche, ovvero poco più della distanza media tra la Terra e Marte. Il 2 ottobre, 3I/ATLAS passerà relativamente vicino a Marte, a una distanza minima di 0,018 AU (circa 2,7 milioni di chilometri), un’opportunità unica per eventuali osservazioni da parte dei rover e orbiter marziani. Il passaggio più vicino alla Terra avverrà a circa 0,366 AU, pari a circa 55 milioni di chilometri, quindi non rappresenta alcun pericolo per il nostro pianeta. Nonostante la distanza, le condizioni orbitali e luminose fanno di 3I/ATLAS un bersaglio privilegiato per molte campagne osservative da terra e, possibilmente, dallo spazio. Gli astronomi ritengono che l’oggetto sia composto da materiali molto antichi, forse risalenti a oltre 7 miliardi di anni fa, e potrebbe rappresentare un frammento espulso da un sistema planetario durante le prime fasi di formazione. Studiarne la composizione, la curva di luce e l’evoluzione dell’attività cometaria può fornire indizi fondamentali sulla chimica dei sistemi extrasolari e sulla diversità dei materiali presenti nella Galassia. A differenza di 1I/ʻOumuamua, che non ha mai mostrato attività visibile ed è rimasto misterioso nella sua natura, e di 2I/Borisov, che era una cometa più piccola e meno luminosa, 3I/ATLAS combina dimensioni significative, attività cometaria e una traiettoria ben documentata, offrendo agli astronomi un’occasione senza precedenti di studio. In vista del perielio, sono già stati programmati numerosi osservatori terrestri per seguirne l’evoluzione, incluse campagne con il James Webb Space Telescope (JWST), il telescopio Hubble, e osservatori a infrarossi come SOFIA. Inoltre, si è discusso della possibilità, pur remota, di utilizzare missioni esistenti come la sonda Lucy o altre navi spaziali per effettuare un flyby, anche se le finestre temporali e le velocità coinvolte rendono questa ipotesi logisticamente difficile. Tuttavia, l’arrivo imminente del telescopio Vera C. Rubin, con il suo Large Synoptic Survey Telescope (LSST), segna l’inizio di una nuova era per l’individuazione di oggetti interstellari. Si stima che nei prossimi decenni il numero di corpi come 3I/ATLAS scoperti annualmente possa aumentare in modo esponenziale, fino a decine per decennio. L’osservazione di questi viaggiatori galattici potrà quindi diventare un campo stabile dell’astronomia moderna. 3I/ATLAS rappresenta dunque un passo fondamentale verso la comprensione di cosa si cela oltre il nostro sistema solare, offrendo un frammento tangibile di un mondo lontano e antichissimo, portato fino a noi attraverso le immensità dello spazio. Mentre attraversa il sistema solare a grande velocità, lascerà dietro di sé una scia di dati scientifici e una nuova consapevolezza del nostro posto nella galassia, ricordandoci che non siamo soli nel cosmo, ma parte di un continuo scambio di materia e storie che attraversano le stelle.

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